Monte Barigazzo mt. 1287

Il Monte Barigazzo è una montagna dell’Appennino Tosco-Emiliano, per la precisione Appennino Parmense. Si presenta a Nord come un ampia distesa prativa, mentre il suo versante meridionale è piuttosto dirupato. Qui propongo un percorso ad anello molto interessante con attraversamento di entrambe le particolari creste, quella più difficile all’andata e quella semplice al ritorno, e la visita alle Cascate Rosta e Lavacchielli.

🏁 Punto di partenza:  Pic-nic di Città d’Umbria mt. 949

⚠️ Difficoltà:          Tutto  E tranne la cresta difficile, EE 

Sviluppo:            22 Km

📈 Dislivello:            1100 Mt. circa

⏱️ Tempi:               Giro ad anello totale 6 ore

📅 Data escursione:       02/04/2011

🚥 Periodi consigliati:     Autunno e inizio Primavera, evitare i mesi caldi e le creste con la neve e ghiaccio.

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A12 fino a La Spezia, poi si svolta a destra per Parma su A15 fino a Borgo Taro. Usciti dall’autostrada si svolta a destra su SP308 R in direzione di Valmozzola. Dopo circa 1,5 km, all’altezza della stazione di Valmozzola, si svolta a sinistra sempre seguendo le indicazioni per Valmozzola su SP42. Si supera il paese Valmozzola e si continua superando anche la Fraz. la Valle, dopodiché all’altezza della Fraz. Maestri si svolta a sinistra su stretta strada asfaltata procedendo verso la Fraz. Castellaro, superata la quale (circa 3km) si incontra una deviazione sulla sinistra con indicazione per il Monte Barigazzo e Città d’Umbria. Si segue quindi questa strada che è tutta asfaltata salvo un breve tratto (più o meno all’inizio) di buona sterrata e si procede fin quando si incontra un cartello giallo con scritto Città d’Umbria. Qui c’è un’area pic-nic e si può lasciare l’auto. 

Itinerario:

Dall’ area pic-nic si procede verso Ovest attraversando un piccolo rio, quindi su sterrata con segnavia (809) che conduce in breve al Lago Giorgio, un piccolo stagno. Poco dopo, 10 min. circa dalla partenza, si trascura la deviazione sulla destra che conduce in pochi minuti a Città d’Umbria e si scende di pochi metri fino ad un successivo bivio. Qui si svolta a sinistra in salita su sterrata fin quando questa sbuca su di un’altra sterrata, dove si svolta nuovamente a sinistra in moderata salita e si raggiunge un pianoro con palina indicatrice per il Monte Cravedosso, in altri 20 min. circa. Svoltando quindi a sinistra si segue una traccia che risale fino alla modesta e in parte boscosa cima del Monte Cravedosso mt. 1112, in altri 5 min. e 35 min. totali, dalla quale però si può ammirare nella sua totalità la cresta difficile, che ora andremo a percorrere. Ritornati alla deviazione si continua sul sentiero, giungendo in breve ad un’insellatura con deviazione sulla sinistra per Tosca (variante 809), che seguiremo al ritorno per concludere l’anello ma ora da trascurare, e subito dopo si arriva ad una selletta crocevia di percorsi, in 5 min. dal Cravedosso. A sinistra inizia la “cresta difficile”, dritti si scende ad un piccolo laghetto, mentre a destra si va alla “cresta facile”. Svoltando quindi a sinistra si segue la “cresta difficile” (che è preferibile affrontarla in salita), ossia un esile lembo di terra con susseguirsi di “sampietrini” dirupato in entrambi i lati, che, soprattutto in un punto verso l’inizio della cresta, richiede molta attenzione per la ridotta larghezza (si riesce a procedere appoggiando un solo piede alla volta) su fondo totalmente sdrucciolevole. Questa cresta è lunga circa un chilometro e va percorsa lentamente valutando attentamente dove mettere i piedi ed è comunque sia opportuno che venga percorsa da escursionisti esperti e che non soffrano di vertigini. Dopo un primo tratto in moderata salita si scende leggermente e qui una catena aiuta a percorrere un esile tratto in cui c’è un alberello che ostacola leggermente il passaggio, superatolo si torna a salire in maniera più decisa, giungendo ad un punto in cui la cresta si allarga e viene ricoperta da alberi. Dopodiché  si incontra un primo risalto in cui bisogna aiutarsi con le mani per superarlo ( I° grado) e dopo poco un secondo risalto, che in pratica conclude la cresta, il cui versante sinistro è ora delimitato da alberi. In breve si perde quota incontrando il bivio per la cresta facile, in circa 45 min. dall’inizio della “cresta difficile” e 1 ora 25 min. totali. Proseguendo dritti si arriva quasi subito in prossimità di un piccolo laghetto e poco dopo bisogna attraversare un cancello, superato il quale si sbuca su sterrata. Si svolta quindi a destra e si sale fino ad incontrare delle paline, 10 min. circa dalla fine della cresta. Si abbandona la sterrata che conduce a Pianelletto (dalla quale arriveremo al ritorno) e si svolta a sinistra attraversando un grosso cancello in legno, che conduce ad una zona prativa dove i segnavia si perdono, ma basta comunque salire fino ad una costruzione e qui attraversare un altro cancello, giungendo così alla Chiesa di Barigazzo. Superata la chiesa, si continua a risalire il pendio prativo approdando, in 15 min. dal grosso cancello e 1 ora 50 min. totali, sull’erbosa vetta del Monte Barigazzo mt. 1287, sulla quale sono posti un grosso cippo di pietra e un’altrettanto grossa croce di metallo. Nei pressi della croce si può oltrepassare la recinzione che delimita il bordo della vetta per poi svoltare a destra e costeggiarla in discesa, mantenendosi sul filo di cresta ( 811 c), giungendo in circa 10 min. ad un bivio. Se si vuole concludere l’escursione compiendo un anello breve si svolta a destra raggiungendo la costruzione vicino alla Chiesa di Barigazzo e da qui come per l’andata passando però sulla “cresta facile”, mentre se si vuole compiere un lungo anello con visita alle Cascate Rosta e Lavacchielli bisogna proseguire dritti seguendo l’indicazione per Castellaro, io ho optato per l’anello lungo. Procedendo quindi dritti in altri 10 min. si arriva ad un quadrivio dove si trascura a sinistra il sentiero per Castellaro ( 811) e la traccia dritta che continua in cresta verso il Monte Zucco (803-811), per svoltare invece a destra seguendo le indicazioni per Pianelletto e Lavacchielli ( 803). Si scende di pochi metri e ad un bivio si svolta a destra su mulattiera, che in 5 min. sbuca su sterrata. Qui si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Lavacchielli, Cerreto e Brè ( 803 a) su sterrata che scende costantemente arrivando, in 15 min. e 2 ore 30 min. totali, ai ruderi del paesino di Lavacchielli, che bisogna attraversare, e dopo il  primo gruppo di case si svolta a destra (qui i segnavia spariscono momentaneamente) costeggiandone altre. Ora su mulattiera si perde quota, arrivando in altri 10 min. ad attraversare un rio che in questo punto forma una graziosa cascata per poi incontrare dopo poco sulla destra la deviazione per Pianelletto (variante 803), che ora trascuriamo ma che seguiremo al ritorno. Si continua ora su sterrata (variante 803 a) che scende a tratti ripida con alcune deviazioni non segnate sulla sinistra, che per ora vanno trascurate (alcune di queste conducono alle cascate Lavacchielli) proseguendo ancora su sterrata fino ad arrivare, in 20 min. circa e 3 ore totali, a Cerreto. Qui si abbandona la sterrata svoltando a sinistra su stradina erbosa che passa fra le case e scende ad un sottostante prato. Ora i segnavia spariscono e per raggiungere la Cascata Rosta bisogna ora percorrere il prato puntando verso destra, raggiungendo poi una traccia fra alberi ed arbusti dove riappaiono i segnavia e pure il sentiero che ora ritorna evidente. Questo scende ripido con frequenti tornanti fin quando sbuca su sterrata, dove bisogna svoltare a destra ed in breve attraversare un piccolo rio, trascurando un’altra deviazione a destra per Cerreto, e proseguendo invece dritti. Dopo un tratto rettilineo si giunge, in 15 min. da Cerreto, ad incrociare una mulattiera sulla sinistra che punta verso il sottostante rio. La si segue per pochi metri per poi svoltare a destra su prati senza alcuna traccia, mantenendosi pressoché paralleli al corso d’acqua, per poi addentrarsi in una confusa boscaglia con qualche piccolo acquitrino. Dopo un primo tratto malagevole, avvicinandosi al rio, il percorso diventa meno problematico, potendo ora ammirare la particolarità della parete che sovrasta il rio, piena di stratificazioni e sporgenze. Attraversando ora il rio, che non è mai eccessivamente profondo, si può arrivare ad un ripiano roccioso e scenografico dove precipita la Cascata Rosta, in 15 min. dall’abbandono del sentiero e 3 ore 30 min. totali. Ritornando sull’altra sponda del rio si risale su evidente traccia (e volendo con breve deviazione all’interno del boschetto si arriva facilmente ad ammirare frontalmente la cascata), che conduce alle prime case di Stabio. Superato un breve tratto in piano si svolta a destra in discesa sulla sterrata riportante segnavia che conduce velocemente al punto dove l’avevamo abbandonata in precedenza e si ripercorre il sentiero fino a Cerreto. Lo si supera e dopo poco, 35 min. dalla Cascata Rosta, si incontra un bivio di sterrate dove abbandoniamo questa sterrata svoltando invece a destra per visitare le Cascate Lavacchielli (o Fontana), ma senza alcun segnavia ne indicazione. Superati dei primi ruderi si arriva poi ad un rudere isolato con crocevia di sterrate. Trascurata quella che ritorna a ritroso in salita (che seguiremo al ritorno) e quella che scende a destra, si procede invece dritti su quella in piano o moderata discesa che dopo poco, in un punto in cui sono stati accatastati dei grossi tronchi, si restringe a sentierino e scende ripida fino a raggiungere il rio, in circa 15 min. da Cerreto e 4 ore 20 min. totali. Qui si forma una prima ma non molto appariscente cascata, risalendo invece di pochi metri il rio appaiono le successive Cascate Lavacchielli, decisamente particolari in quanto formate da tanti gradoni. Ritornati quindi al rudere si segue la sterrata che sale sulla destra e che in breve sbuca sulla sterrata principale, quella con segnavia. Si sale arrivando poi, in circa 25 min. dalle cascate, al bivio trascurato all’andata per Pianelletto (variante 803) e che invece ora seguiamo su mulattiera in costante ma mai eccessiva salita, arrivando in altri 25 min. ad incrociare la strada asfaltata. La seguiamo (803) svoltando a destra, in falsopiano, fino ad arrivare in altri 5 min. e 5 ore 15 min. totali, al piccolo paesino di Pianelletto mt. 1109. Si svolta ora a sinistra su sterrata (variante 809), che in circa 10 min. riporta al grosso cancello di legno dell’andata e si scende ora, come per l’andata, fino al bivio “cresta facile”/”cresta difficile”, in altri 15 min. circa. Svoltando a sinistra si risale brevemente arrivando così all’inizio della “cresta facile” (che effettivamente rispetto all’altra è decisamente più facile, in quanto quasi del tutto priva di esposizione e piuttosto ampia, che offre però una bella visuale sulla dirimpettaia “cresta difficile”). Questa in 10 min. termina e svoltando poi a destra si scende fino all’insellatura dove si può decidere quale cresta percorrere e con ulteriore discesa di pochi metri si arriva al bivio per Tosca (variante 809), che ora bisogna seguire svoltando a destra su mulattiera. Questa conduce velocemente alla strada asfalta, che bisogna percorrere svoltando ora a sinistra in discesa e seguendola per un centinaio di metri tornando così all’area pic-nic, in altri 10 min. dalla fine della cresta e 6 ore totali, concludendo l’anello.

Galleria fotografica:

Commenti:

Indubbiamente un luogo decisamente particolare, soprattutto per la “cresta difficile” che ogni escursionista esperto che si rispetti deve aver percorso, davvero bella con tutti i sampietrini distribuiti sul filo di cresta. Piacevole anche il Barigazzo con belle visuali su varie cime appenniniche, carine anche le cascate e la parete che costeggia il rio che sfocia nella Cascata Rosta. In questa escursione, che è piuttosto lunga e faticosa (21 km e 1100 mt. di dislivello), sono state unite due escursioni ben distinte ossia il Barigazzo con le creste e le Cascate eseguendo così un unico grosso percorso ad anello. Se si vuole evitare di fare il percorso da me eseguito e si vuole visitare il Barigazzo con le creste ho descritto sopra come fare, mentre se si vuole vedere le sole cascate è più logico partire dal paese di Stabio. Comunque la soluzione da me effettuata rimane la più completa e meritevole per varietà di paesaggi, anche se, col senno di poi, sarebbe stato meglio partire da Stabio, evitando di fotografare la bella “cresta difficile” col fastidioso controluce e potendo inoltre distribuire il dislivello all’inizio piuttosto che a fine gita. Per quanto riguarda la “cresta difficile” ribadisco quanto detto precedentemente nella descrizione dell’itinerario, ossia che è opportuno che venga percorsa da escursionisti esperti e che non soffrano di vertigini e di procedere con la massima attenzione, evitando inoltre di intraprenderla in presenza di neve e ghiaccio. Pertanto chi non se la sentisse di percorrerla è opportuno che opti per quella facile. Per quanto riguarda i segnavia ho inserito fra parentesi il relativo numero, come appare anche dalla cartina sul pannello ad inizio percorso, ma in realtà sul percorso non vi era alcun numero.

5 Risposte a “Monte Barigazzo mt. 1287”

    1. Ciao, si la traccia gps del percorso ce l’ho. L’unico problema, motivo per cui non l’avevo aggiunta alla descrizione della gita, e`che non e` completa, manca la congiunzione fra il Monte Barigazzo e le cascate. Comunque te la mando via mail. Buone gite.

    1. Mah guarda non saprei…quando ci sono stato io era una bella giornata primaverile ma con visibilità un pò limitata dalla foschia

  1. Ciao!
    No, il Barigazzo è comunque un monte ‘Basso’. Si ha uno scorcio verso la pianura padana dalla cima, ma il Mare è molto lontano e nascosto da altri monti più alti.

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