Monte Altissimo mt. 1589

Il Monte Altissimo è un rilievo montuoso appartenente alla catena delle Alpi Apuane e fa parte del Parco Regionale delle Alpi Apuane. Si trova nella parte centrale di esse, in posizione lievemente spostata verso Sud-Ovest, quindi più vicina alla costa, rispetto all’asse principale della catena ed allo spartiacque principale che va da Nord-Ovest a Sud-Est. Pur essendo piuttosto basso, nonostante il nome, ha una massa enorme e presenta verso Sud impressionanti dirupi rocciosi che cadono quasi verticalmente per oltre 700 metri che lo rendono maestoso e ben individuabile da tutta la costa della Versilia. I suoi versanti settentrionali sono assai meno dirupati e sono coperti da faggete. Questa escursione parte proprio dal versante Sud risalendone i versanti a strapiombo proprio nel tratto della Tacca Bianca.

🏁 Punto di partenza: Inizio marmifera (Via Tacca Bianca) circa 1 km prima di Azzano  mt. 424 circa

⚠️ Difficoltà:          E dalla partenza alla Tacca Bianca, dalla fine della Tacca Bianca alla vetta e la marmifera del ritorno, EE + per la Tacca Bianca, EE dalla vetta alla marmifera

Sviluppo:           12,6 Km

📈 Dislivello:           1200 Mt. circa

⏱️ Tempi:              Giro ad anello totale 6 ore 30 min.

📅 Data escursione:      26/05/2018

🚥 Periodi consigliati:    Autunno e Primavera

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A12 fino all’uscita indicante Versilia. Usciti dall’autostrada, ad una rotatoria girare a destra su Via Giovanni Battista Vico, SP70, e seguirla per circa 3 km. Poi girare a destra su Via Alpi Apuane, SP68 e poi SP9, e seguirla lungamente. Questa diviene Via Alcide De Gasperi raggiungendo Vallecchia, Corvaia e si attraversa il paese di Seravezza. Rimanendo sempre su SP9 si procede su Via Buonarroti, poi Via Amos Paoli, quindi Via Monte Altissimo. Questa va seguita per circa 5 km ,un po’ tortuosa e stretta, fin quando incrocia sulla sinistra l’inizio della marmifera (Via Tacca Bianca), circa 1 km prima di Azzano. Prima del cancello che sbarra la strada, a lato, vi è un piccolo spiazzo dove stanno due auto, altrimenti ritornare sulla strada e lasciare l’auto nel primo spiazzo disponibile

Itinerario:

Dall’inizio della marmifera si supera il cancello attraverso un tornello e si procede su di essa. Dopo 25 min. circa, e a 530 metri di quota, si giunge dapprima alla Cappella dei Cavatori e subito dopo ad un bivio, dove bisogna abbandonare la marmifera a destra (arriveremo da qui al ritorno) per seguire ora il sentiero 32 a sinistra. Questo porta in breve a guadare la Sorgente della Polla che fuoriesce da un grosso foro nella parete rocciosa, oltre la quale si risale brevemente su pietraia incontrando un nuovo bivio. Qui si trascura il sentiero 32 che procede in piano a sinistra, per seguire il sentiero che sale ripido a destra indicato con una freccia e la scritta “scavatori”, contrassegnato da una , in 10 min. dal bivio precedente. Il sentierino, inizialmente inerbito ma comunque sempre molto evidente, si addentra in un boschetto e lo risale con frequenti tornantini. Usciti momentaneamente dal bosco si attraversa un rio (in secca al mio passaggio), quindi si risale una pietraia mantenendosi al margine del bosco, oltre la quale si ritorna nuovamente all’interno del bosco. In breve ne si esce in corrispondenza di un colletto con, sulla sinistra, alcune paretine verticali. Ci si mantiene a sinistra seguendo una cengietta non larghissima e su fondo sdrucciolevole (prestare molta attenzione all’esposizione sulla sinistra), terminata la quale si piega a destra approdando su marmifera (al colletto mi e’ sembrato di vedere una traccetta sulla destra che probabilmente dovrebbe anch’essa collegarsi alla marmifera evitando questa cengia poco piacevole, ma non ne ho la certezza), in altri 50 min. e 1 ora 25 min. totali. Si segue ora la marmifera in salita ed in 25 min. si giunge all’ingresso della Cava Macchietta, dove inizia la parte di percorso più complicata. Bisogna qui entrare all’interno di una scala verticale di circa 10 metri con protezione tonda e di colore verde, semplice ma dove il problema principale è come cercare di non rimanere incastrati con lo zaino. Oltre la scala si procede su sentierino ripido ma ampio, gradinato e attrezzato con cavi e corrimano che permette di raggiungere la Cava della Tacca Bianca (in questo tratto si scorge sulla sinistra la galleria a sinistra parzialmente chiusa da una rete metallica, ma comunque accessibile, che permette di ammirare l’interno della Cava Fitta sottostante a picco senza parapetto e, soprattutto, parecchie stalattiti chiamate fili d’angelo). Qui si procede verso il rudere di una costruzione di legno e lamiera (forse i resti un’antica teleferica), che bisogna attraversare ed una volta terminata, in corrispondenza della lapide per la Madonna dei Cavatori, inizia il sentiero della “Tacca Bianca”, in 10 min. dalla scaletta e 2 ore totali. Questo è una cengietta che taglia orizzontalmente la parete; si presenta mediamente larga 50 cm circa, prevalentemente in piano con solo qualche modesto saliscendi o perlopiù moderata salita comunque, dove difficoltà vere e proprie non ce ne sono, ma non bisogna per nessun motivo scivolare o inciampare in quanto sulla destra vi è un baratro di centinaia di metri. Gli unici punti leggermente più complessi sono circa a metà percorso dove vi è dapprima una discontinuità sulla cengia che fa un saltino verticale di circa un metro e mezzo, dove è stata posta una staffa metallica che aiuta nel superamento del punto e poco dopo un masso che restringe la cengia e costringe ad aggrapparvici per superarlo. Il sentiero della Tacca Bianca richiede 35 min. circa da effettuare senza fretta e con estrema attenzione. Terminata la cengia si risale un ripido pendio erboso con frequenti tornantini su comoda traccia che permette di pervenire al Passo Vaso Tondo mt. 1390, alle pendici del Monte delle Tavole, in altri 10 min. e 2 ore 45 min. totali. Ora si trascura il 142 a destra che conduce a Cervaiole ,sempre il 142 che scende dritto a noi verso le Cave del Fondone per piegare invece a sinistra seguendo il sentiero 143 , che in moderata salita alterna tratti all’interno di un rado boschetto ad altri sul margine di una graziosa cresta che adduce al taglio del pendio sul versante Nord del Monte Altissimo. Quindi si piega decisamente a destra, Ovest, su crinale misto di erba e roccette giungendo così in vetta al Monte Altissimo mt. 1589, in 30 min. dal Vaso Tondo e 3 ore 15 min. totali.

Panorama a Nord Cavallo, Pisanino e Tambura, a Nord-Est Fiocca e Penna di Sumbra, a Est Cimone, Giovo, Rondinaio, Pania Secca, Pania della Croce, Corchia, a Sud-Est la Corsica, a Norsd-Ovest Sagro, Grondilice e Contrario.

Dalla vetta si discende verso Ovest seguendo la cresta rocciosa, contrassegnata sempre dal segnavia 143 , discretamente larga ma comunque da percorrere con la giusta concentrazione data la notevole esposizione sulla sinistra. Dopo circa 45 min. e 4 ore totali si giunge al Passo degli Uncini mt. 1380, dove convergono alcuni sentieri. Si trascura a destra il sentiero 33 che scende verso Arni e il Rifugio Puliti, quello dritto a noi, sempre 33, che conduce al Passo della Greppia, e si piega invece a sinistra seguendo l’indicazione su una pietra riportante “Cava Colonnoni“. Il sentierino, segnato con , scende un ripido canalino erboso costeggiando alcuni torrioni sulla destra, quindi volge decisamente verso Sud-Est fino ad incontrare il sentiero 32 , dopo 30 min. dal Passo degli Uncini. Qui si trascura il 32 in discesa e lo si segue invece in salita raggiungendo subito un tratto attrezzato con staffe metalliche, che permettono di superare una placchetta di circa 3 metri liscia e inclinata con discreta esposizione al di sotto. Oltre la placchetta inizia un tratto su cengia, simile a quella della Tacca Bianca ma quasi totalmente attrezzata con cavo metallico, che termina poi su pietraia nei pressi della Cava Tela, in 20 min. dall’incontro col 32 . Si risale di qualche metro quindi si trascura il 32 che continua a sinistra per piegare invece a destra seguendo sempre l’indicazione per la Cava Colonnoni, che si raggiunge in breve seguendo una ripidissima via di lizza che punta decisamente verso Sud. In breve bisogna abbandonare la lizza e seguire l’evidente sentiero con frequenti ometti che discende con alcuni tornantini raggiungendo “quasi” la marmifera dell’andata poco prima dell’inizio della Tacca Bianca. Per raggiungerla infatti bisogna discendere un saltino di roccia di circa 3/4 metri attrezzato con una corda munita di nodi ed un cavo metallico (è sufficiente e consigliato utilizzare solo la corda), in altri 20 min. dal bivio e 5 ore 10 min. totali. Ora si svolta a destra seguendo fedelmente la marmifera che attraversa la Cava Michelangelo e poi in parecchi km e dopo svariati ampi tornanti si giunge al bivio iniziale col 32 e poi ancora su marmifera come per l’andata fino al cancello, in ulteriori 1 ora 20 min. dalla corda e 6 ore 30 min. totali, concludendo coì l’anello.

Cascata Malbacco:

Merita una visita, che comunque non implica un grande impegno, alla meravigliosa Cascata Malbacco raggiungibile comodamente con un sentierino che parte dalla SP9 circa dopo un km nella strada del ritorno. Il sentierino procede più o meno parallelo al Torrente Serra in ambiente umido e, trascurando un paio di deviazioni sulla sinistra che conducono ad altre cascatelle (ma meno interessanti), ci si mantiene sempre sul sentiero principale che, in corrispondenza di un rudere, piega a destra e risale leggermente. Dopo circa 650 metri dall’asfalto si giunge alla meravigliosa Cascata Malbacco, generata appunto dal Rio Malbacco. Questa sembra uno scivolo scavato nella roccia che precipita nel laghetto sottostante. Esistono dei cavi che permettono ai bagnanti di risalire la paretina attigua per poter poi buttarsi nello “scivolo”. Come tempi per raggiungerla direi che meno di 10 min. bastano.

Galleria fotografica:

Galleria fotografica Cascata Malbacco:

Grafici del percorso:

Commenti:

Gita che sinceramente non mi ha entusiasmato. Interessante e adrenalinico il sentiero della Tacca Bianca, carina la cresta che dalla vetta porta al Passo degli Uncini e i pinnacoli nei pressi di quest’ultimo, ma poco altro. Probabilmente il percorso potrà risultare più interessante a chi ama il punto di vista antropologico e storico delle cave, cosa che invece io non amo particolarmente. Il panorama poi praticamente non l’ho visto a causa della foschia e nuvolaglia pomeridiana, quindi tirando le somme non è stata una gita granché azzeccata. Prestare molta attenzione nella cengia della Tacca Bianca, non presenta particolari difficoltà tecniche, si usano le mani solo in un paio di punti, ma l’esposizione è notevole e scivolare in quel punto risulterebbe fatale. Quindi si sconsiglia di intraprenderla con terreno bagnato, neve o ghiaccio. Merita invece una visita alla Cascata Malbacco, davvero bella e semplice da raggiungere.

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