Costa Campaula e Bric Brusata mt. 2167-1712

La Costa Campaula è un monte delle Alpi Marittime, situato in Val Vermenagna, si presenta come una lunga dorsale panoramica che divide il Vallon Grande dal Vallone Creusa. In questa escursione descrivo il classico percorso da Tetti Folchi.

🏁 Punto di partenza: Tetti Folchi mt. 1000

⚠️ Difficoltà:          E  (BR)

Sviluppo:           15,5 Km

📈 Dislivello:           1200 mt. circa

⏱️ Tempi:              Andata 3ora 30 min. – Ritorno 2 ore 30 min. – Totale 6 ore

📅 Data escursione:     04/02/2023

🚥 Periodi consigliati:   Da Novembre a Marzo con neve per ciaspolata 

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A10 fino a Savona poi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Torino sulla A6 fino a Mondovi’. Usciti dall’autostrada si segue la superstrada e ad una rotonda si segue la SP564 fino alle porte di Cuneo. Qui si svolta sulla SP21 che evita la città e lambisce Boves per giungere a Borgo San Dalmazzo. Qui bisogna seguire le indicazioni Limone Piemonte procedendo ora su SS20 che supera Robilante e conduce a Vernante. All’altezza di un semaforo si svolta a destra su SP278 e si sale per circa 4,5 km, ovvero fino all’indicazione per Tetti Folchi, punto in cui si svolta a sinistra su ponte e si risale brevemente fino a raggiungere la piazzetta antistante la borgata di Tetti Folchi, dove si può lasciare l’auto (pochi posti, se occupati si può lasciare a bordo strada).

Itinerario:

Dal parcheggio si può seguire la sterrata che sovrasta la borgata o passare all’interno di essa e poi procedendo per prati, van bene entrambe le soluzioni e convergono in corrispondenza dello slargo antistante un ponticello con cartello riportante “La Valeta”, in 10 min. circa. Dopo un paio di svolte si trascura a destra la deviazione per le vicine case di Tetti Giacolinet e si prosegue seguendo sempre la strada principale che, con moderata pendenza, porta a procedere grossomodo verso Est. Giunti poi ad un primo stretto tornante si continua approdando in breve ad un nuovo tornante (qualche decina di metri prima di giungere a Tetti Maron), in altri 35 min. circa, punto in cui per abbreviare il percorso bisogna abbandonare la sterrata principale e piegare a destra su sterrata nel bosco che in breve termina in una modesta radura. Qui si risalire il ripido pendio portandosi tendenzialmente verso destra e, oltrepassato un dosso, si rimonta uno spalloncello a sinistra sbucando poi in un’ampia radura superiore che, su pendio non eccessivamente ripido, va rimontata fino a raggiungere i ruderi di Tetti Creus mt. 1390, in altri 25 min. e 1 ora 10 min. totali. Piegando ora a destra (Sud) si intercetta la sterrata abbandonata in precedenza e la si percorre per circa 300 metri poi, superata una curva, si perviene ad un evidente bivio senza indicazioni. La sterrata continua a sinistra ed in circa 1,2 km permette di raggiungere Gias Creusa (volendo si può passare anche da qui ma nella circostanza mi è stato riferito che oltre Tetti Creus il percorso non era stato battuto, quindi abbiamo lasciato perdere), mentre piegando a destra si rimonta un ripido sentiero che si addentra nel bosco sbucando in breve su di uno spallone ove approda da destra un sentiero segnato con segnavia . Il sentiero segnato va ora seguito ma solo per circa 100 metri in quanto volge a sinistra, mentre il sentiero non segnato da seguire si mantiene a destra. Questo attraversa con poco marcata pendenza una faggeta fin quando si esce allo scoperto alla base di un pendio, che va ora rimontato zigzagando fino al raggiungimento di un colletto a mt. 1687 nelle immediate vicinanze del Bric Brusata mt. 1716 (raggiunto al ritorno con breve deviazione), in 45 min. da Tetti Creus e 1 ora 55 min. totali. Il panorama si espande ora sui due versanti del costone ed abbiamo la visuale ad Est su Bec Baral e Cima delle Giosolette mentre ad Ovest si possono ammirare la Rocca d’Orel e il Monte Bussaia ed il sottostante paesino di Palanfre’. Svoltando ora a sinistra si rimonta il ripido pendio con frequenti svolte fra alberi di basso fusto fino a raggiungerne la sommità. Continuando la ripida salita della dorsale si perviene sul culmine di un secondo dosso, dove appare ora evidente la cresta da percorre con il vicino cippo di pietre. Dopo aver perso qualche metro di quota si torna a salire con pendenza abbastanza accentuata fino al grosso e circolare cippo di pietre raccolte in una rete metallica a mt. 2071, in 1 ora 15 min. dal colletto. Procedendo ancora per filo di cresta si oltrepassano alcune gobbe fino a raggiungerne l’ultima, ossia la vetta della Costa Campaula mt. 2167, in 20 min. dal cippo e 3 ore 30 min. totali.

Panorama a Nord Gran Paradiso, Cervino e Rosa, a Nord-Est Bisalta, Bric Costa Rossa, Monte Vecchio, Bec Baral, Bec Matlas, a Est Cima della Fascia, Cima Giosolette, Punta Marguareis e Pertegà, a Sud-Est Monte Creusa, a Sud Monte Ciotto Mien, a Sud-Ovest Cima della Valletta e Monte Carbonè, a Ovest Monte Colombo, Monte Aiera, Monte Matto, Monte Garbella, Cima Lausetto, a Nord-Ovest Oronaye, Sautron, Brec e Aiguille de Chambeyron, Tete de l’Homme, Monte Pianard, Rocca d’Orel e Monte Bussaia.

Ritorno sullo stesso percorso dell’andata (al colletto abbiamo effettuato la deviazione al Bric Brusata, 10 min. fra A/R) fino a Tetti Creus, in 1 ora 30 min. dalla vetta (compresa la deviazione dal colletto al Bric Brusata, 10 min. fra A/R). Qui io ho optato per seguire la sterrata che punta verso Sud per circa 600 metri ossia fino ad un tornante, oltre il quale si torna a procedere per circa 1,6 km verso Nord attraversando il Vallone Creusa sulla sinistra orografica (potendo ammirare di tanto in tanto sulla destra i soprastanti Monte Vecchio e Bric Castea) e passando poi per Tetto Maron. In breve si perviene alla curva dell’andata dove si era abbandonato la sterrata e da qui come per l’andata in 1 ora da Tetti Creus e 6 ore totali .   

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Piacevole ciaspolata in una zona che negli anni ho bazzicato poco. Calzate le ciaspole alla partenza e mai tolte, innevamento costante e di buona consistenza (mai sfondato). Giunti in vetta alla Costa Campaula si sarebbe potuto optare per compiere un anello scendendo per una dorsale su traccia già battuta che conduce pressoché direttamente al Gias Creusa, ma avendo alcuni partecipanti che ci aspettavano lungo il percorso abbiamo optato per ritornare dalla stessa via effettuando solo la variante della sterrata da Tetti Creus, un po’ più lunga e monotona e decisamente più lunga rispetto al percorso d’andata ma anche più comoda. Gita priva di insidie anche se impegnativa per il dislivello per una ciaspolata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *