Corni di Canzo

I Corni di Canzo (Còrni, Curunghèj o Culunghèj in dialetto brianzolo), sono un gruppo montuoso sito nel Triangolo Lariano, facente parte delle Prealpi Lombarde. Si tratta di tre cime rocciose (Corno Occidentale, Centrale e Orientale) che, trovandosi nel mezzo di una zona fortemente antropizzata, vengono frequentate da moltissimi escursionisti. La vetta più semplice da raggiungere è quella orientale a cui si accede attraverso un sentiero escursionistico adatto a tutti mentre le vette del Corno Centrale e Occidentale sono accessibili attraverso sentieri per escursionisti esperti per via di alcuni passaggi esposti a cui prestare attenzione. La leggenda narra che in tempi lontanissimi gli Arcangeli facevano guerra ai Diavoli ed i primi decisero di porre fine alla lotta con uno scherzo per sconfiggere Canzio generale dei Diavoli. L’Arcangelo soffiò in faccia a Canzio polvere di elleboro ed il diavolo non riuscì a reprimere un colossale starnuto, così potente che la sua testa andò a conficcarsi in terra, staccandosi di netto le corna dalla fronte, perse alcuni denti finti che si fissarono qua e là nel terreno, quindi si ritiro`. Dio volle che le corna di Canzio e i suoi denti fossero mutati in pietre e prendessero forma di monti col nome di “Corni di Canzo”, delle “Grigne” e del “Resegone”. Qui vado a proporre un percorso ad anello con partenza da Valmadrera passando per il Sentiero delle Vasche.

🏁 Punto di partenza: Valmadrera mt. 270 circa

⚠️ Difficoltà:              EE sent. vasche, sent. attrezzato per Corno Orientale e salita/discesa Corno Centrale, F canalino per Corno Occidentale, EEA per il 30°OSA, tutto il resto E

Sviluppo:           14,8 Km

📈 Dislivello:           1280 Mt. circa

⏱️ Tempi:                   Giro ad anello totale 6 ore 45 min.

📅 Data escursione:     30/11/2019

🚥 Periodi consigliati:   Autunno, Primavera

🔎 Valutazione:         ⭐⭐⭐⭐

Accesso:

Da Genova con l’autostrada A7 fino a Milano. Quindi si procede sulla tangenziale Ovest fino ad incrociare la A4 che bisogna seguire fino a Cinisello Balsamo, dove si imbocca la SS36, la Superstrada, che si segue fino all’uscita per Lecco, Bellagio, Oggiono e Civate. Si svolta quindi a sinistra per Oggiono e Valmadrera su SS639 continuando dritti su di essa seguendo le indicazioni per Valmadrera. Raggiunta la deviazione sulla destra per Valmadrera e Bellegio la abbandoniamo svoltando appunto a destra e, attraversando un sottopasso verso sinistra ci ritroviamo ad un bivio, dove bisogna svoltare a destra giungendo subito ad una rotonda, nella quale trascuriamo la prima uscita per Bellagio e Valmadrera centro e imbocchiamo invece la seconda uscita che immette subito in una nuova rotonda dove bisogna seguire la strada di destra, in Via Casnedi. Questa va seguita ignorando le varie deviazioni fino ad una rotonda, dove, trascurata la prima uscita a destra, si imbocca la seconda uscita in Via Monsignor Pozzi, che bisogna seguire per circa 150 metri, dove ad una curva la si abbandona per procedere dritti in Via Monsignor G. Parmigiani fino ad uno stop. Qui si svolta a sinistra seguendo l’indicazione per il Santuario di San Martino in Via San Martino, via che in breve si biforca e bisogna trascurare la strada acciottolata in salita e seguire la stretta stradina a destra in discesa, Via Concordia, che seguiamo per pochi metri fino ad un ponte. Svoltando a sinistra si risale brevemente questa stradina che costeggia il Torrente Inferno (anch’essa Via Concordia) per poche decine di metri fino ad una curva, dove sulla sinistra in un piccolo spiazzo nelle vicinanze del cancello di un’abitazione si può lasciare l’auto.

Itinerario:

Dal parcheggio di Valmadrera in Via Concordia a mt. 270 circa si procede al fianco di una recinzione su sentierino che, mantenendosi parallelo al Torrente Inferno, attraversa una modesta zona prativa e permette di raggiungere in breve un bivio in corrispondenza di un ponticello (van bene entrambe le soluzioni che infatti si ricongiungono dopo poco). Piegando a sinistra si attraversa il ponticello quindi, con alcune svolte su sentierino, si giunge su strada acciottolata contornata da cipressi (Via San Martino), che bisogna ora seguire in salita piegando a destra. Giunti, in 10 min. circa, in corrispondenza di una Cappelletta posta più o meno 50 metri prima del Santuario di San Martino, si abbandona la strada piegando a destra seguendo le indicazioni per il Sentiero delle Vasche su sentierino che, dopo meno di 50 metri, confluisce in un altro sentiero, che bisogna seguire a sinistra, iniziando così a percorrere il Sentiero delle Vasche. Sovrastando il Torrente Inferno si possono già scorgere le prime graziose cascate poi, dopo altri 50 metri circa, il sentiero scende nel Torrente Inferno e si procede ora all’interno di esso seguendo i segnavia (utili in certi periodi dell’anno gli stivali, come in questo caso). Inizialmente sul bordo della sponda sinistra del torrente e poi anche all’interno delle sue acque ci si addentra aiutandosi in alcuni punti con tubi e strutture di ferro. Dopo 10 min. circa si perviene ad un guado, modesto ma comunque leggermente più impegnativo, dove o si appoggia il piede su un masso umido o si tenta si saltare sull’altra sponda dove sono presenti alcuni gradini metallici. Attraversando il torrente si giunge al cospetto di una cascatella alta poco meno di 2 metri all’interno di una gola dove sembra interrompersi il percorso, invece, adocchiando sulla destra un segnavia , si capisce che bisogna procedere sulla parete di destra su piccoli gradini scavati nella roccia un po`esposti nonché umidi e scivolosi, aiutandosi pertanto anche con le mani cercando i giusti appigli. Superato questo punto si approda all’ingresso di una profonda gola, punto in cui il sentiero abbandona momentaneamente il torrente per aggirarla sulla destra, ma è invece consigliabile addentrarcisi per raggiungere la base della Cascata del Vascun (esclusivamente se muniti di stivali altrimenti ci si bagna di sicuro), in altri 10 min. e 30 min. totali. Ritornati sul sentiero questo prende a salire costeggiando una ringhiera quindi, con l’ausilio di una catena metallica, si oltrepassa un punto roccioso. Il sentiero compie poi un tornante verso sinistra raggiungendo la sommità del salto della Cascata del Vascun che volendo si può andare a visionare scendendo a sinistra verso il sottostante torrente, prestando comunque la dovuta attenzione dovendo effettuare alcuni passaggi di I° grado su roccette. Ritornati sul sentiero lo si segue andando a guadare ripetutamente il torrente per poi raggiungere un punto in cui alcuni grossi massi sbarrano il passaggio. Ci si porta quindi verso il masso di sinistra, al fianco del quale una catena aiuta a superare un salto di circa due metri, oltre il quale si incontra un nuovo tratto, piuttosto breve, anch’esso attrezzato con catena, in altri 15 min. circa. Poco dopo si perviene ad un nuovo sbarramento che si supera risalendo un grosso masso sulla destra attrezzato con staffe metalliche e catena, risalito il quale bisogna percorrere una cengietta sulla destra attrezzata anch’essa con catene in quanto un po`esposta sulla sinistra. Oltrepassato questo punto il sentiero diventa decisamente più facile ed in breve si giunge ad un grosso masso con una freccia rossa che indica l’uscita a destra dal sentiero delle Vasche (in realtà non è la fine del Sentiero delle Vasche e nemmeno l’ultimo punto in cui si percorrerà il torrente), in altri 10 min. e 55 min. totali. Dopo aver guadato il rio con breve risalita si giunge ad un bivio dove volgendo a sinistra, nuovamente verso il torrente, seguendo dei bolli verdi si giunge dopo circa 30 metri ad un masso erratico (alla base di altri grossi massi e vicino ad una cascata) riportante l’ultimo bollo verde, masso sul quale si possono ammirare alcune incisioni rupestri (una spirale e due omini). Tornati al bivio si procede ancora sul sentiero che segue per circa 500 metri il torrente con ripetuti guadi, quindi dopo l’ultimo guado il sentiero prende a salire verso destra e ad allontanarsi dal rio. Dopo circa 25 min. ed 1 ora 20 min. totali si giunge ad un bivio dove bisogna trascurare a sinistra la deviazione per il Crotto n° 52 ed il Crotto degli Sbandati, per procedere invece a destra seguendo l’indicazione per il Taia Sass. Questo sentiero, il n° 1 , sale moderatamente fino a rasentare un zona prativa adibita a pascolo con relativa recinzione e, ora con maggiore pendenza, permette di raggiungere un successivo bivio dove si trascura la deviazione a sinistra per il Sentiero Luisin (L) e si procede dritti ora sul 1 e 5 verso San Tomaso. In breve si perviene ad un guado che adduce ad un punto con grandi massi di cava, il Taia Sass, e procedendo ancora sul sentiero si passa poco distanti da un forno per la calce (Calchera) sulla destra, raggiungendo poi un nuovo bivio, in altri 10 min. e 1 ora 30 min. totali. Qui bisogna trascurare a sinistra il sentiero 1, con indicazioni per il Sasso Birone e Cornizzolo, procedendo invece a destra in moderata discesa sul solo 5 giungendo in breve ai bei prati della località San Tomaso, dove vi è un Agriturismo ed una caratteristica chiesetta (la Chiesetta di San Tomaso appunto) su un ampio pianoro erboso panoramico, in altri 10 min. circa. Giunti quindi a San Tomaso ad un primo bivio bisogna piegare a sinistra seguendo le indicazioni per Pianezzo sul 4 e 8 , sentierino un po` sconnesso che prende subito a salire con decisione rasentando un muretto a secco addentrandosi in breve in un bosco di faggi e castagni. Dopo circa 300 metri si perviene ad un bivio non segnato, dove bisogna continuare sul sentiero principale a destra che, con numerosi tornantini, permette di raggiungere un successivo bivio, in 25 min. circa da San Tomaso e 2 ore 5 min. totali. Qui si abbandona il sentiero 4 a sinistra con indicazione per Fo e Pianezzo (dal quale arriveremo al ritorno) per piegare invece a destra sul 8 con indicazioni per il Corno Rat e Pianezzo. Questo sentiero, inizialmente in piano, dopo aver superato un guado e raggiunto una palina (bivio con un sentiero contrassegnato da bollo verde che conduce all’Acqua di Fo) inizia a salire piuttosto ripido nel fitto bosco fino al raggiungimento della sommita’del Corno Rat mt. 878 (o quello che penso sia il Corno Rat, è comunque l’arrivo della ferrata) in 15 min. e 2 ore 20 min. totali. Ora si procede per crinale boscoso raggiungendo un dosso anch’esso ricoperto da boscaglia, che alcune mappe reputano essere il Corno Rat, oltre il quale si perviene ad un nuovo bivio, in altri 5 min. circa, dove si trascura la deviazione a destra per Sambrosera e a sinistra per Fo, entrambe sul 2 , continuando dritti sempre sul 8 . Il percorso inizia ora a farsi piuttosto ripido (e dopo lunghe piogge anche molto scivoloso) fino ad approdare alla base di una paretina rocciosa, dove si può decide se salirla con percorso attrezzato con catene o aggirala sulla destra, in 20 min. dal bivio e 2 ore 45 min. totali. Io ho optato per il sentiero attrezzato 30° OSA che risale questa paretina di circa 10 metri comunque abbastanza semplice anche se verticale, ma sempre ben appigliata e appunto attrezzata con catena. Superatala si torna nel bosco per poi procedere per filo di cresta fra alberi e roccette calcaree fino ad approdare alla base di un’altra parete calcarea alta circa 40/50 metri dove si incontra un bivio. Il sentiero 8 la aggira sulla sinistra, mentre l’itinerario attrezzato 30° OSA piega a destra e la risale. Io ho effettuato questa seconda ipotesi, ma sconsiglio vivamente di effettuarlo ai meno esperti e a chi non è munito di kit da ferrata. Ad ogni modo il tratto attrezzato inizia subito a destra risalendo le prime roccette per poi proseguire su di una cengia inclinata ma abbastanza larga, al termine della quale si è su di un minuscolo terrazzino esposto. Bisogna risalire un gradino sulla sinistra e, con l’aiuto della catena, procedere ora in maniera quasi verticale su una placca inclinata di circa 7/8 metri che presenta una sorta di piccolo parapetto sulla sinistra, che garantisce perlomeno un minimo di sicurezza. Raggiunta la sommità di detta placca il parapetto termina e rimane da risalire un ultimo saltino verticale e quasi aggettante di circa 1 metro e mezzo attrezzato con un paio di piccole staffe metalliche e catena, ma che a mio giudizio sono insufficienti e un’altra staffa sarebbe stata di maggior aiuto per uscirne fuori. Superato questo punto, in 30 min. dal primo tratto attrezzato, sono terminate le difficoltà e si procede per filo di cresta panoramica fino ad arrivare in vetta al Corno di Canzo Orientale mt. 1239, in altri 10 min. e 3 ore 25 min. totali.

Panorama a Nord Pizzo Ledu`, Monte Legnone, Grignone, a Nord-Est Grignetta, Pizzo Tre Signori, Zuccone Campelli, Coltignone, Monte Due Mani, a Est Pizzo Mena, Resegone, Corna Camozzera, Monte Tesoro, a Sud-Est Appennino Tosco-Emiliano, a Sud Appennino Ligure e Monte Rai, a Sud-Ovest Prasanto, Cornizolo, Monviso e Rocciamelone, a Ovest Gran Paradiso, Grivola e Corno di Canzo Centrale, a Nord-Ovest Pizzo di Gino, Monte Bregagno e Pizzo Paglia.

Dalla vetta si scende fino a raggiungere la vicina Bocchetta di Luera mt. 1209, e da questa si segue l’indicazione per il Corno di Canzo Centrale procedendo inizialmente sul sentiero che conduce al Rifugio S.E.V. per poi abbandonarlo quasi subito deviando a sinistra su una traccia che, senza indicazione alcuna, diparte tra gli alberi su crinale in moderata salita e che conduce, dopo circa 5 minuti, alla base di una paretina di roccia con su di essa riportata una scritta di vernice rossa “E.E.”(per escursionisti esperti). Inizia qui il primo tratto di catena, piuttosto molla e male assicurata, ma comunque utile per la risalita della paretina seppur ben appigliata. Oltrepassata la paretina il sentiero, che riporta alcuni , punta decisamente a destra verso il bordo della parete, che oltre strapiomba verso il bosco sottostante. La traccia di sentiero risale poi piuttosto ripida fra il bordo e una distesa di alti arbusti fino al raggiungimento di una seconda paretina, anch’essa attrezzata con catena, che adduce alla cresta. Si procede ora su di essa dove con un continuo alternarsi di roccette e tracce di sentiero si raggiunge l’anticima, punto in cui il percorso spiana ma si assottiglia aumentando l’esposizione. Si scende quindi di qualche metro per tornare presto a risalire la sottile crestina fino alla vetta del Corno di Canzo Centrale mt. 1369, in altri 35 min. e 4 ore totali. Panorama uguale a quello della vetta Occidentale ma più ampio verso Ovest potendo da qui ammirare anche il Rosa, Cervino, Rimpfischhorn, Allalinhorn, Alphubel, Taschhorn, Dom, Weissmies, Lagginhorn, Fletschhorn, Monte Leone, Monte San Primo, Fisteraarhorn e Basodino. Dalla vetta si segue la traccia che scende ora nel versante occidentale, contrassegnata con , sempre visibile, estremamente ripida ed esposta da percorrere facendo molta attenzione al terreno a tratti sdrucciolevole. Giunti alla base delle pareti il sentiero diviene nuovamente semplice addentrandosi nel bosco fino al raggiungimento della Forcella dei Corni a mt. 1300, in altri 15 min. circa, che separa il Corno Centrale da quello Occidentale ed è un crocevia di sentieri. Qui si trascura momentaneamente la deviazione a destra per il Rifugio S.E.V. (che percorreremo al ritorno), quello di sinistra che scende verso la Colma Val Ravella e si procede invece dritti, sempre verso Ovest, su di una traccetta a tratti un poco da ricercare che costeggia la base della parete Est del Corno Occidentale. La traccia compie ripetuti saliscendi nel bosco fin quando ne si esce piegando poi decisamente a sinistra su ripido ma semplice canalino di erba e roccette che adduce a un sentiero soprastante, il quale porta ad avvicinarsi sempre più alla parete rocciosa fino alla base di un canalino roccioso. Qui si incontra infatti un bivio di sentieri dove per raggiungere la vetta Occidentale bisogna trascurare quello che procede dritto in piano e svoltare invece a sinistra andando appunto a percorrere il canalino seguendo i segnavia e l’indicazione “EE” sulla roccia. Questo inizia piuttosto semplice e poco inclinato ma, dopo i primi 10 metri si impenna diventando sempre più verticale e stretto con passaggi di I° e II° grado (F) terminando poi sul prato sommitale del Corno di Canzo Occidentale 1373 mt. (la vetta più alta), in altri 15 min. e 4 ore 30 min. totali. Panorama uguale a quello del Corno Centrale. Per la discesa si può continuare dritti seguendo i segnavia del sentiero n° 1 che arriva nei pressi del termine di un tratto attrezzato e porta alla località Costa Bella, mentre io ho preferito ripercorrere in discesa il canalino appena risalito. Si torna ora a ritroso fino alla Forcella dei Corni e da questa si segue il sentiero che giunge in breve al Rifugio S.E.V. mt. 1230, in altri 25 min. dal Corno Occidentale. Dal Rifugio si procede per pochi metri su sterrata per poi deviare quasi subito a destra seguendo una traccetta che attraversa ora i prati sottostanti l’edificio fino a raggiungere una palina al margine del bosco. Qui si trascura a sinistra il sentiero 7 per Sambrosera e Valmadrera e il 6 per il Moregallo, per deviare invece a destra sul 4 , con indicazione per Fo e San Tomaso, sentiero che si addentra nella boscaglia e con un percorso in moderata discesa conduce al ghiaione sottostante la poderosa parete del Corno Centrale, ed in breve alla Bocchetta di Luera, in 15 min. e 5 ore 10 min. totali. Da qui si piega a destra seguendo ancora il sentiero 4 che si addentra ora nel bosco ed in costante discesa con numerose svolte, prestando attenzione in questo tratto a non perderlo in quanto non sempre chiaro e riconoscibile, conduce all’Acqua di Fo mt. 1000, ossia una piccola area pic-nic con tavolo e panche in legno e una fontana costruita dalla SEV, nei pressi di un magnifico faggio monumentale, in altri 15 min. circa. Da questo si procede sempre nella stessa direzione, Sud-Ovest, trascurando la deviazione a destra per Terzo Alpe e Canzo, e a sinistra sul 2 per il Corno Rat e Sambrosera. Dopo circa 50 metri bisogna trascurare la deviazione a sinistra per il sentiero con pallino verde e procedere invece dritti andando a guadare un rio, punto in cui il sentiero diviene più evidente e ampio attraversando la faggeta dapprima in moderata pendenza e modeste risalite per poi scendere con maggiore decisione fino ad intercettare il bivio dell’andata 4/8. Da qui sul sentiero dell’andata fino a San Tomaso, in 55 min. da Acqua di Fo, e da questo bisogna ora piegare a sinistra sul 3 , andando a percorrere lungamente su strada acciottolata (trascurando le varie altre strade che si immettono) che digrada superando la frazione di Mondonico e raggiungendo poi la frazione Belvedere, dove si esaurisce l’acciottolato per continuare ora su asfalto fra le case della frazione. Si procede su di essa che scende per circa 150 metri, quindi si piega a destra su Via San C. Borromeo che bisogna seguire lungamente fino a quando questa sbuca su Via Leopardi, che si percorre volgendo a destra, strada che poi diventa Via Concordia, da seguire fino al parcheggio di inizio percorso, in 25 min. da San Tomaso e 6 ore 45 min. totali concludendo così l’anello.

Galleria fotografica:

Grafici del percorso:

Commenti:

Percorso ad anello indubbiamente interessante che permette di effettuare la traversata integrale dei tre Corni partendo dal Sentiero delle Vasche. Quest’ultimo attraversa lungamente il Torrente Inferno sia sui suoi bordi che al suo interno, quindi a seconda del periodo necessita di stivali. Bella la Cascata del Vascun sia dal basso che dall’alto e interessanti anche se non eclatanti i vari laghetti lungo il torrente. Panorama di vetta molto bello da tutte e tre le cime anche se il Centrale e l’Occidentale, essendo più alti, offrono una visuale maggiormente ampia. Nel complesso semplici ma comunque da non sottovalutare i tratti attrezzati nel Sentiero delle Vasche, come anche il primo tratto attrezzato sopra al Corno Rat, mentre è decisamente più impegnativo e da effettuare con le dovute attrezzature il tratto attrezzato che precede il Corno Orientale….io l’ho fatto senza perché ero ignaro di quel che avrei potuto incontrare, ma l’uscita dal tratto verticale è decisamente spaventosa ed è bene farla con la dovuta sicurezza. In alternativa i tratti di itinerario attrezzato 30° OSA sono comunque aggirabili sul semplice sentiero 8. Escursione comunque nel complesso piacevole e varia anche se non del tutto entusiasmante come altre fatte in zona.

 

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