Il Colorado Provenzale è un ex sito industriale, sfruttato per l’estrazione dell’ocra dalla fine del 17° secolo fino al 1992, e si estende su più di 30 ettari nel massiccio del Luberon, in Provenza. Questo meraviglioso sito è ora visitabile ed attraversato da 2 percorsi ad anello, uno più breve ed uno più ampio, che permettono di ammirare curiose formazioni e pareti multicolore, generate in parte dall’uomo e per buona parte dagli agenti atmosferici. Il parco risulta aperto da febbraio a dicembre, mentre in gennaio rimane chiuso per manutenzione e gli orari di apertura variano a seconda della stagione (l’ingresso va dalle 8.00 in estate alle 9.30 in inverno, la chiusura tra le 17.15 e le 20.00). L’ingresso al parco è gratuito ma si paga il parcheggio (8€ per le auto da Maggio a Settembre 6€ negli altri mesi), all’interno del parco è vietato fumare, accendere fuochi, consumare cibo, e camminare fuori dai sentieri indicati (purtroppo, infatti questi tagliano fuori alcuni punti molto belli e fotografici), è consentito l’accesso ai cani ma solo al guinzaglio.
Dati tecnici:
🏁 Punto di partenza: Parcheggio Colorado Provenzale, nelle vicinanze di Rustrel mt. 380 circa
⚠️ Difficoltà: E
⏩ Sviluppo: 5,5 Km
📈 Dislivello: 140 Mt. circa
⏱️ Tempi: Giro ad anello totale 1 ora 45 min. (con le lunghe pause fotografiche e deviazioni ho impiegato quasi 3 ore)
📅 Data escursione: 23/06/2024
🚥 Periodi consigliati: Ideale in Primavera o inizio Estate, evitare i mesi più caldi
🔎 Valutazione: ⭐⭐⭐⭐⭐ 🎖️
Accesso:
Io vi sono arrivato effettuando un giro della Provenza (Gole del Verdon e Altopiano di Valensole, pernottando poi nelle vicinanze di Rustrel), ma se vi si vuole arrivare direttamente il percorso più breve è questo:
Da Genova con l’autostrada A10 fino a Ventimiglia, quindi si continua con l’autostrada francese A8, con la quale si arriva fino ad Aix-en-Provence, dove si seguono le indicazioni per Marsiglia sulla A51 che si segue fino all’uscita n. 15 di Pertuis. Usciti dall’autostrada si perviene in breve ad una rotonda ove si segue a sinistra la terza uscita sulla D556 verso Le Puy Sainte Reparade e, dopo qualche centinaio di metri, ad una nuova rotonda si prende a destra la prima uscita sulla D15 ancora per Le Puy Sainte Reparade. Ci si mantiene su di essa che poi interseca la D561 che va ora seguita a destra, e, dopo aver scartato Le Puy Sainte Reparade si procede rasentando Saint Esteve Janson. Giunti ad un ampio slargo si svolta a destra sulla D543 con indicazioni per Apt che dopo aver attraversato un ponte sul Durance diviene D943. Ci si mantiene sempre su questa che passa per Cadenet e Lourmarin e la si segue fino a qualche km prima di Apt, dove ad un bivio si volge a destra su D232 seguendo per Saignon poi, dopo alcuni km, giunti ad un incrocio si piega a sinistra sulla D113. Dopo alcuni km questa confluisce in una strada principale che va seguita a sinistra ed in breve porta ad Apt dove si imbocca a destra la D22 per Rustrel. Mantenendosi quindi sulla D22 per circa 7 Km si confluisce in una rotonda nella quale bisogna imboccare la seconda uscita con indicazione per Gignac ancora su D22 (trascurando l’uscita successiva, D30, che porta al paese di Rustrel) per ancora 1,5 Km, trovando così il bivio a destra per il Colorado Provenzale, dove si può lasciare l’auto nel parcheggio a pagamento.
Itinerario:
Dal parcheggio si discende su traccetta, seguendo le indicazioni “Départ circuit”, che in breve confluisce in una stradina sterrata in moderata discesa indicante due frecce, una arancione (anello lungo) e una blu (anello breve), che dopo circa 100 metri conduce ad un bivio, dove si trascura una traccetta dritta a noi ( arriveremo da qui chiudendo l’anello) e la strada a sinistra del M.V. 41, piegando invece a destra seguendo sempre le due frecce. Dopo un tratto in piano su fondo sabbioso rasentando un canneto si perviene ad uno slargo dove si volge decisamente a sinistra in moderata discesa. Dopo circa 150 metri si incontra un ponte in legno sulla sinistra che darebbe accesso al sentiero per Les Cheminées des Fées (Camini delle fate), interdetto però per ragioni di sicurezza…..peccato perché era la cosa che più mi interessava vedere da vicino. Superato poi un guado il fondo diviene di terra rossiccia ed in breve si perviene alle prime formazioni rocciose dal colore rosso intenso. Mantenendosi sul sentiero con le due frecce, arancione e blu, si attraversa quello che viene chiamato “Le Sahara” mt. 365, ossia una zona pianeggiante fra dune di vario colore al cospetto di una parete a strisce orizzontali che variano dal rosso al bianco e giallo (ognuno corrispondente a una diversa era geologica). Portandosi a sinistra verso il termine della parete si perviene ad un ampio slargo con bivio, infatti a sinistra continua il sentiero con freccia blu, che compiendo un anello riporta al parcheggio, mentre proseguendo dritti si continua per l’anello più lungo con freccia arancione. Io ho seguito quest’ultimo che si addentra nel bosco e punta ad Est per circa 800 metri, poi, trascurata una traccetta a destra, piega decisamente a sinistra (Nord-Ovest) rasentando una paretina rossiccia, ed in moderata salita sempre all’interno del bosco conduce dopo poco più di 300 metri al margine di alcuni calanchi bianco/gialli che precipitano in direzione del “Sahara”. Qui una traccetta si stacca sulla sinistra e si porta verso il margine (vi è però una corda con indicazione di pericolo e esortazione a non proseguire), io ho deciso di procedere seguendola e prestando la dovuta attenzione per potere ammirare i sottostanti calanchi. Ritornati poi sul sentiero arancione dopo circa 30 metri vi è un punto dove la vegetazione è meno fitta e si può ammirare dall’alto “Le Sahara” ed in altri 60 metri di modesti saliscendi si approda al punto panoramico su “Les Cheminées des Fées“, ammirabili, purtroppo, solo dall’alto. Raggiunto grossomodo il punto più alto del percorso, a 436 mt. circa, si torna a perdere quota raggiungendo dopo circa 100 metri un bivio, dove si trascura il sentiero a sinistra (che credo sia stato dismesso), e si procede a destra raggiungendo dopo altri 200 metri un punto panoramico sul sottostante “Le Desert Blanc“, ossia un pianoro con terriccio e paretina appunto biancastri con un grazioso pinnacolo, anch’esso bianco. Il sentiero arancione volge ora in discesa a sinistra e, dopo circa 60 metri, conduce ad un poco evidente bivio con piccolo ometto di pietre. Qui il sentiero segnato continua a sinistra mentre una traccetta a destra porta ad accedere al “Le Desert Blanc“…..Non vi sono veri e propri divieti o sbarramenti ma una indicazione posta su un albero che ho tradotto con la mia modesta conoscenza del francese avverte che ci si trova in proprietà privata…Comunque attraversando “Le Desert Blanc” mt. 404 si possono ammirare, oltre al pinnacolo bianco, anche un particolare fungo di roccia, un altro esile torrioncino bianco ed un meraviglioso tunnel. Tornati al sentiero arancione si discende nel bosco per circa 350 metri poi, in corrispondenza di una curva a sinistra, si può valutare se effettuare un modesto taglio del percorso, ossia abbandonare il sentiero e seguire una traccetta che porta ad attraversare il piccolo torrentello La Dòa oltre il quale la traccia sbuca al bivio iniziale, concludendo così l’anello. Da qui con modesta risalita, ora sul percorso dell’andata, si giunge in breve al parcheggio, in 1 ora 45 min. circa (di cammino effettivo, in realtà ce ne vuole un po’ di più).
Galleria fotografica:
Grafici del percorso:
Commenti:
Un vero e proprio spettacolo, un tripudio di forme e colori davvero unico, che merita assolutamente di essere visto, possibilmente con bel tempo per godere appieno delle fantastiche tinte. Diciamo innanzitutto che, come già descritto, esistono due possibili anelli….ma sinceramente quello breve (2 km circa circuito del Sahara) trovo che sia piuttosto limitato visto che permette di vedere solo “Le Sahara” e merita invece di essere effettuato quello più lungo ( 5km circa circuito dei belvédères), che è comunque abbastanza breve ma decisamente più completo. A questo percorso, avendoci aggiunto la visione dei calanchi e il Desert Blanc, è mancata solo la ciliegina sulla torta, ossia non aver potuto andare alla base de Les Cheminées des Fées (Camini delle Fate o Hoodoos), che avrebbe reso il tutto ancora più bello e spettacolare, anche perché era la cosa che più di tutto volevo vedere…pazienza….mi sono limitato a vederli dall’alto. In generale comunque ho notato che rispetto al passato hanno aggiunto tante limitazioni, probabilmente per sicurezza e per preservare il luogo, però le ho trovate talvolta un po’ eccessive. In conclusione, non sarà di certo maestoso come il Colorado degli Stati Uniti (e peraltro assomiglia di più al Bryce Canyon dello Utah piuttosto che al Colorado), ma è un luogo da non perdere ed essendo visitabile piuttosto velocemente lo si può unire ad altre meraviglie della provenza.